Addetto stampa, chi è e che cosa fa

Postato da: ComunicaSubito.it
Categoria: Blog, Ufficio stampa
Addetto stampa inviato

È la figura che fa da filtro tra un’azienda, un ente, pubblico o privato, un’organizzazione, istituzione, un personaggio pubblico, e il mondo esterno: parliamo di chi è e cosa fa l’addetto stampa. Vediamolo insieme.

Chi è l’addetto stampa

Sostanzialmente si tratta di un portavoce: è il professionista che tutti i giornalisti, dalle tv alle radio dai giornali alle agenzie di stampa, incontrano prima di poter aver accesso all’interno di una realtà che sta comunicando e/o che interessa i media o di un determinato personaggio. 

Dall’ambito economico, istituzionale, a quello politico e culturale, gli sbocchi occupazionali di un addetto stampa sono davvero variegati e spaziano nei campi più eterogenei. Può lavorare in aziende, banche, assicurazioni, enti turistici, comuni, fiere, enti pubblici come musei, teatri o essere al seguito dello staff di un personaggio pubblico. A seconda dell’ambito, ovviamente, cambiano i tempi, i codici linguistici, i giornalisti, i modi di fare, le tematiche di riferimento, gli argomenti sensibili o tabù, ma resta costante invece la base del lavoro: comunicare e comunicare ai media. 

Addetto stampa portavoce

Insomma quella dell’addetto stampa è una figura di grandissimo valore, lo si potrebbe considerare quasi come un vigile che regola il traffico: stabilisce cosa si può comunicare e chi può farlo, decide quali sono le notizie e i messaggi che si possono divulgare, come farlo, attraverso quali mezzi e con quale frequenza, sceglie chi può fare interviste, chi parla, cosa dice, e cosa i giornalisti possono o non possono chiedere.

Cosa fa un addetto stampa 

Ma proviamo a entrare un po’ più nel dettaglio di cosa fa un addetto stampa: la sua principale attività risiede nel condividere una strategia di comunicazione verso l’esterno che sia coerente con i valori e gli obiettivi del suo ‘committente’: il suo obiettivo è quello di promuovere l’immagine di un’azienda, un’ente o un organizzazione, o un personaggio attraverso la divulgazione di comunicati stampa e notizie specifiche.

L’addetto stampa può essere o una risorsa assunta e inserita in organico dall’ente/staff che ha esigenze di comunicazione, o un libero professionista che offre la sua consulenza o può lavorare all’interno di un’agenzia di comunicazione. La differenza tra la prima opzione e le altre due risiede sia nell’esclusiva –  se l’addetto stampa è interno si occuperà soltanto della comunicazione della sua azienda, diversamente potrà occuparsi anche di più realtà da comunicare –  sia nella remunerazione.

Nel suo quotidiano l’addetto stampa si occupa di stabilire a livello macro qual è la strategia di comunicazione, attività che poi si traduce a livelo operativo, in un piano di diverse attività che vanno dal comunicato stampa, alla conferenza stampa, dall’incontro one to one con uno specifico giornalista, alla proposta di un’intervista o di un’anteprima a un sigolo giornale. Si tratta di un’attività che richiede la capacità di una visione di medio lungo periodo, dell’eleborazione di un calendario di un racconto ai media che, a seconda della tipologia di realtà che si comunica, può essere sia proattivo, fatto di proposte continuative alla stampa, che reattivo, fatto invece di contenimento e centellinamento di notizie da diffondere. 

Addetti stampa in conferenza stampa

Su questo blog abbiamo più volte parlato di come funziona l’ufficio stampa, di quali sono le regole per scrivere un comunicato stampa, della differenza tra comunicati, siano essi corporate o di prodotto, tutti argomenti che fanno parte della quotidianità di un addetto stampa insieme ad una serie collaterale di attività che seguono l’invio di un comunicato stampa come, per esempio, il monitoraggio delle uscite sulla stampa, e la conseguente rassegna stampa, sostanzialmente un documento fatto dall’insieme di articoli prodotti e usciti a seguito dell’invio di un comunicato stampa. 

Tra le altre mansioni di un addetto stampa, c’è, anche, quella di organizzare una serie di eventi dedicati ai giornalisti: parliamo delle conferenze stampe cui sono legate una serie di attività collaterali che vanno dalla scelta della location, agli inviti ai giornalisti, dalla selezione di relatori, alla regia dell’evento, dalla produzione di una cartella stampa che contiene tutte le informazioni relative al motivo per cui si organizza un incontro coi giornalisti, al recall ai giornalisti per avere certezza della numerica delle presenze. 

Quanto guadagna un addetto ufficio stampa?

Difficile fare una stima. Lo stipendio varia a seconda di una serie potenzialmente infinita di variabili: dalle competenze e mansioni richieste, gli anni di carriera, le relazioni con i giornalisti che sono il vero e proprio bagaglio di valore della professione, l’ambito di lavoro (ad esempio la pubblica amministrazione pagherà di meno di un azienda privata), il settore e l’autorevolezza dell’istituzione di cui si dovrà gestire l’immagine e la reputazione. 

Le competenze dell’addetto stampa

A differenza di alcune figure professionali cui è richiesta un formazione molto specifica, per lavorare come addetto stampa serve avere una formazione ibrida, che può passare da background di studi umanistici, economici, soci-politici e di scienze della comunicazione a specializzazioni in marketing, comunicazione d’impresa giornalismo e mass media. Molto pesa la cultura generale, la padronanza della scrittura e soprattutto l’attitudine alle relazioni, perché, diciamocelo, quello dell’addetto stampa è anche, e soprattutto, un lavoro di, relazioni, appunto, coi giornalisti. 

Come diventare addetto stampa

Tra le doti non curriculari di una figura come l’addetto stampo ci preme citarne due: la capacità di problem solving e la flessibilità utili sia nelle grandi che nelle piccole aziende, nececessarie se si gestisce un personaggio pubblico o un’istituzione: gli imprevisti, gli errori, le dichiarzazioni imprecise e scorrette sono sempre dietro l’angolo. L’addetto stampa deve avere sangue freddo per reagire sotto stress e, soprattutto deve avere una grande flessibilità nella gestione di dinamiche e saoprattutto tempistiche, quelle dei giornalisti, che, molto spesso, scavallano le canoniche 8 ore lavorative.

Autore: ComunicaSubito.it