I social network, si sa, sono diventati una vetrina di visibilità imprescindibile per le aziende, e in alcuni settori possono essere anche più importanti dell’avere un sito. Attraverso il giusto mix di comunicazione sui social network si può movimentare una massa significativa di utenti, portarli ad un’interazione e una reazione, il tanto famigerato engagement in grado di stabilire la misura della relazione e dell’affiliamento di una community ad un brand, un evento, un personaggio, etc.
Per questo motivo la comunicazione attraverso i social network non può più essere sottovalutata o considerata secondaria ai fini del marketing: calibrare la propria presenza su queste piattaforme è diventato fondamentale. Che si voglia avere una buona vetrina per un prodotto, o far sapere a più persone dell’apertura di un locale, o sponsorizzare un libro, un’iniziativa culturale, o far conoscere la propria storia aziendale è importante non improvvisare: esserci (male) equivale a non esserci.
La comunicazione sui social network è entrata di diritto, soprattutto negli ultimi anni, come voce strategica e di costo nei piani di marketing: a testimoniarlo è la sempre maggior richiesta di figure professionali in grado di gestire queste piattaforme, ovvero i social media manager. Quello che si richiede a queste professionalità, ma in generale per una gestione di successo di account social è la padronanza dei tecnicismi, delle strategie da poter mettere in campo – organiche e a pagamento – ma soprattutto dei linguaggi: ogni social network, infatti, ha la sue proprie caratteristiche, i suoi tempi, il suo tone of voice.
Il mondo dei social network è in continua evoluzione, se pensiamo a quanto lontano può sembrarci oggi Facebook da Tik Tok ci fa capire quanto la comunicazione tramite social network possa essere diversa e stia evolvendo alla velocità della luce.
Pensare di spalamare uno stesso contenuto in modo identico su diversi social network è una strategia che, a lungo andare non paga, e snaturare le piattaforme dalle loro specificità è senza dubbio un azzardo. In più avere a disposizione diverse piattaforme ci aiuta a catturare l’attenzione di fasce di pubblico, per forza di cose diverse o rintracciare uno stesso utente, in modo incrociato, attraverso campagne brand awareness e retargeting.
Proviamo ad analizzare le principali differenze di comunicazione nei social network:
Il social network per eccellenza, il più anziano tra tutti, è ormai maggiorenne, e vanta oggi 2,8 miliardi di utenti attivi al mondo. La piattaforma oggi è molto diversa da quando è nata e grazie alle infinite e sempre più elaborate strategie di pubblicità, permette di definire in maniera sempre più puntuale il target che si vuole colpire.
La capillarità della sua diffusione e il suo utilizzo, soprattutto nelle fasce d’età più avanzate (45-60 anni), implica la necessità di utilizzare un linguaggio semplice, diretto e di immediata comprensione. Gli utenti non cercano contenuti professionalizzanti o particolarmente elaborati, ed è un social network che funziona ancora molto per la parte, fondamentale soprattutto per un brand, di interazione con la propria community, per raccogliere feedback dei clienti, fare customer care e gestire in maniera efficace richieste di informazione oltre che reclami. La chiarezza e la semplicità sono fondamentali, ma occhio ad accompagnare i propri contenuti con un’immagine rappresentativa e facilmente riconoscibile.
Per molti uno tra i social più in decadenza degli ultimi anni, Twitter non ha la capillarità e diffusione di Facebook, si parla di circa 330 milioni di utenti attivi mensili e la maggioranza degli utenti nella fascia d’età tra i 35 e i 65 anni anni. Eppure la sua peculiarità è rimasta negli anni intatta, è il canale social più popolare per comunicare/cercare notizie – non a caso un quarto degli account verificati è dei professionisti del mondo dell’informazione – cavalcare i trending topic e le campagne di Real Time Marketing, (che molto spesso nascono e si diffondo proprio sulla piattaforma grazie alla facile ricerca, diffusione e utilizzo di hashtag), raggiungere utenti in tempo reale, rendere la fruizione di contenuti agevole e accessibile da tutti, semplificare il customer care nel supporto alla vendita o all’assistenza.
Oltre un miliardo di utenti attivi, nato inizialmente come social di condivisione di immagini, ha subito una graduale trasformazione negli ultimi anni, complice anche l’integrazione con Facebook. Oggi il social network ha un linguaggio ibrido, utilizzato sia dalle aziende che vendono il prodotto che dagli account – testate giornalistiche, collettivi, influencer – per fare informazione e divulgazione sui temi più disparati.
Qualche dritta? Personalizzare il proprio linguaggio, renderlo riconoscibile e distintivo. Se utilizzata in modo strategica la piattaforma, tra tutte, è quella che si presta di più a costruire una relazione più diretta e intima con la community: un potenziale di grandissimo valore da non sottovalutare.
Non ha bisogno di molte presentazioni: è il social network di professionisti e aziende che nel mondo conta 740 milioni di utenti attivi. Gli obiettivi principali della presenza su questo social network, per un’azienda, riguardano l’incremento della propria reputazione e notorietà, la creazione e il raggiungimento di nuovi contatti e la fidelizzazione degli esistenti e, non da ultimo, il recruiting. Per potenziare l’utilizzo di questo social media ai fini della comunicazione di marketing aziendale può essere utile creare un team di ambassador dedicati alla diffusione di corrette pratiche aziendali, allineare i profili dei dipendenti in modo che siano uniformati anche a livello di immagine coordinata, favorire l’interazione dei dipendenti con la pagina aziendale, non solo attraverso la condivisione dei contenuti sui propri profili, ma anche attraverso l’incentivo a scrivere contenuti per la pagina.
Quale è il filo conduttore di una corretta comunicazione su tutti i diversi social network? La necessità di operare una differenziazione strategica su tempi di pubblicazione/messaggi/modalità di interazione/uso immagini/pianificazione editoriale e, ovviamente, tone of voice e linguaggio.
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